Archivio mensile:Agosto 2015

Solidarity without borders! Ventimiglia 11-⁠12-⁠13 settembre Assemblea transnazionale contro confini, razzismo, sfruttamento e militarizzazione (ITA)

Solidarity without borders!
Ventimiglia 11-⁠12-⁠13 settembre
Assemblea transnazionale contro confini, razzismo, sfruttamento e militarizzazione

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La frontiera italo-francese di Ventimiglia è un luogo carico di contraddizioni. Dalla chiusura del confine alla metà di giugno 2015 questo luogo ha mostrato tutta la violenza che caratterizza le politiche europee in materia di immigrazione. Qui abbiamo visto coi nostri occhi i rastrellamenti della polizia sui treni e nelle stazioni fermare le persone sulla base del colore della pelle, siamo stati testimoni delle deportazioni che quotidianamente subiscono centinaia di migranti, siamo stati oggetto dei fermi di polizia messi in atto dai tanti posti di blocco di qua e di là dal confine.

A questa repressione risposero per primi i migranti, occupando gli scogli a ridosso della frontiera e costruendo un presidio che nel corso di questi mesi è diventato uno spazio di resistenza, complicità e lotta. Da allora sono state tante le iniziative e le azioni dirette che dal presidio No Borders hanno messo in discussione la chiusura del confine, la sua logica e le sue conseguenze.

A questa resistenza, dopo un primo fallito tentativo di sgombero, il potere ha opposto una strategia di bassa intensità, esercitando una pressione costante sul campo. L’attacco da parte delle forze di polizia, italiane e francesi, è stato portato avanti con il supporto dei trafficanti e della logistica fornita dalla Croce Rossa Italiana, nonché grazie al contributo di giornalisti e politici conniventi, tutti uniti nella strumentalizzazione della presunta “emergenza profughi”.

L’escalation repressiva nei confronti dei solidali è culminata in diversi episodi che qui accenniamo. La nostra azione di monitoraggio e contrasto delle deportazioni attraverso la frontiera alta di Ponte San Luigi ci sono già costate 18 denunce per occupazione, un arresto e 7 fogli di via, senza contare i tanti episodi di intimidazione ai quali quotidianamente siamo esposti. Questi provvedimenti amministrativi non sono comunque serviti a mettere fine al processo di autorganizzazione di migranti e solidali al confine.

Dopo due mesi il presidio permanente No Borders di Ventimiglia è ancora al suo posto, e fa appello a tutte le reti, i singoli e le collettività che in questi mesi si sono mobilitate in solidarietà ai migranti in viaggio per rilanciare un percorso transnazionale contro confini, razzismo, sfruttamento e militarizzazione dei territori. Continua a leggere

6 Settembre 2015 – Ventimiglia everywhere: solidarity is a weapon, freedom is without borders! [ITA] [FR] [ENG]

Giornata di iniziative ed azioni diffuse sui territori contro la repressione, per la costruzione di geografie alternative e solidali.

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La libertà di chi viaggia, così come di chi sta al suo fianco, costruisce spazi di libertà e autorganizzazione che chi governa cerca di distruggere. Lo abbiamo visto a Ventimiglia, dove la politica dell’assedio e dell’emergenza non può accettare la costruzione di un luogo, come il Presidio Permanente No Borders, che nega il suo senso d’essere. La Fortezza Europa non può avere traditori, chi aiuta i neri va punito e intimidito.

Alle detenzioni e le deportazioni illegittime dei migranti a cui assistiamo da mesi, qualche giorno fa si è aggiunto l’arresto di un nostro compagno. Aggredito e picchiato dalla polizia di frontiera francese (PAF) per aver solidarizzato con i migranti rinchiusi nei container di Ponte San Luigi, Fouad ora è rinchiuso nel carcere di Nizza, dove dovrà rimanere per un mese in attesa di un processo che lo vede accusato di oltraggio e resistenza. Altri compagni avevano subito i fermi della polizia francese, e mentre scriviamo attendiamo notizie di Andrea, che da questa mattina è si trova in stato di fermo al commissariato di Menton.

Anche l’interdizione da determinati territori, ovvero la costruzione di nuovi confini al fine di attaccare i solidali, sta diventando uno strumento di intimidazione. Dopo i sei fogli di via e le 18 denunce a piede libero di inizio mese, qualche giorno fa Pasquale, un compagno del territorio, è stato fermato per strada da una volante che gli ha notificato il foglio di via dal comune di Ventimiglia. Per quanto i provvedimenti amministrativi si rivelino poco efficaci al fine di fermare la lotta No Borders, questi dispositivi rimangono comunque detestabili e da combattere al pari delle barriere che cercano di bloccare i migranti nel loro viaggio.

In nome del loro ordine cercano di spaventare chi solidarizza coi migranti invocando una legalità fatta di soprusi. Così come chi viaggia è sempre esposto all’arbitrio delle forza di polizia disposte sul territorio a disegnare sempre nuovi confini, allo stesso modo chi solidarizza coi migranti deve sapere di essere potenzialmente un “illegale”, un soggetto la cui libertà è condizionata.

Noi a tutto questo vogliamo opporre la forza della solidarietà e la determinazione a restare liberi, al di là dei muri che il potere costruisce intorno a noi. Costruire geografie alternative e solidali per noi è un bisogno materiale, un’esigenza pratica, non qualcosa su cui riflettere astrattamente. E’ per questo che invitiamo tutte le collettività e i singoli che condividono la nostra lotta a partecipare a questa costruzione collettiva attraverso una giornata di iniziative benefit e azioni di solidarietà diffuse sui territori.

Domenica 6 settembre vogliamo esprimere, attraverso pranzi, cene, partite di pallone, striscionate, battiture, concerti ecc. la nostra vicinanza a quanti scontano con la detenzione, la deportazione e l’allontanamento le politiche europee fatte di discriminazione, sfruttamento ed emarginazione.

La solidarietà è un arma, Ventimiglia è ovunque!

Libertà per i migranti, libertà per i solidali!

Presidio permanente No Borders – Ventimiglia Continua a leggere

Fogli di via e frontiere: non ci fermerete mai [ITA-ENG]

La repressione continua al presidio di Ventimiglia.
Ieri sera, Pasquale, attivista No Borders presente al confine sin dal primissimo giorno, è stato fermato sulla strada per Ventimiglia appena fuori dal campo dalle forze dell’ordine e invitato a recarsi in commissariato. Lì gli è stato notificato un foglio di via in cui gli viene contestata l’occupazione al presidio e la partecipazione alla manifestazione non autorizzata di sabato 22 agosto.
La misura adottata, risulta oltremodo grave e incomprensibile, Pasquale infatti vive in un paese limitrofo (Dolceacqua) e non può fare a meno di passare da Ventimiglia per svolgere le sue attività quotidiane.
Insieme a lui è stato fermato e portato in commissariato anche una altro attivista, arrivato al presidio ieri stesso. Dopo essere stato tenuto per più di quattro ore negli uffici della polizia, dopo essere stato minacciato di espulsione ha rifiutato di dare le impronte digitali e foto segnaletiche e per tutto ciò è stata aperta un’ indagine per resistenza a pubblico ufficiale a suo carico.

La stretta repressiva viene usata in maniera totalmente strumentale per attaccare il presidio e intimidire le volontà e la vita degli occupanti, in quanto espressione di una nuova sperimentazione di autorganizzazione.
Con questo comunicato vogliamo richiamare l’attenzione su tutti gli atti di repressione che stanno colpendo il campo in queste settimane. Ultimo tra questi l’abuso subito ieri mattina da due compagne, fermate durante una delle attività di monitoraggio alla stazione di Menton e trattenute dalla PAF (police aux frontiers) per 3 ore in frontiera assieme ai migranti rastrellati sul treno.

Dopo il brutale arresto di Fouad la notte del 23 agosto, dopo i sei fogli di via consegnati ai compagni/e la notte dell’11 Agosto e il pestaggio da parte della Police Nationale francese e della BAC (Brigade Anti-Criminalité), la stessa notte, di un compagno francese, fermato insieme ad altri due attivisti, affianco ai continui e massicci respingimenti di migranti che la polizia francese e italiana operano ogni giorno, contrastandosi e contraddicendosi continuamente.
Possiamo oggi osservare che almeno su un punto i loro interessi si congiungono: reprimere quelle persone che hanno deciso di fare uscire dall’invisibilità il movimento per la libertà che i migranti portano qui e nel resto d’Europa. In realtà, questa modalità di controllo dei movimenti migranti, della quale assistenzialismo e militarizzazione si nutrono, si ritrova ovunque. Dai lager che l’Europa costruisce in Magreb ai recenti rinforzi militari a Calais, passando per i molteplici sgomberi avvenuti a Parigi durante l’estate. La repressione continua laddove organismi parastatali come la Croce Rossa o France Terre d’Asile non riescono a far tacere la voce dei migranti in lotta per la dignità in ogni luogo che attraversano.

A tutta la repressione che viene e verrà dal potere poliziesco e istituzionale, le relazioni che qui si sono costruite e intrecciate continueranno ad attaccare e indebolire la loro pretesa di controllare e gestire i flussi migratori.
Pensano forse di fiaccarci con la loro repressione costante?
Credono davvero di poter fermare chi ogni giorno questi confini li oltrepassa?
Davanti a tutte le persone che la fortezza Europea assassina quotidianamente nel mediterraneo e sulle sue autostrade opponiamo una sete di libertà incontrollabile.
Non saranno certo vecchi e nuovi dispositivi di repressione a fermare questo viaggio. Ci allontanate da qui, ci troverete ovunque, nelle strade e nelle città pronti a far rinascere la lotta contro ogni confine.
Il contrattacco sarà la nostra pratica quotidiana.

Every cop is a border!
We are not going back!

Presidio Permanente No Borders Ventimiglia

ENG

Repression goes on at the Ventimiglia No Borders Camp.
Yesterday night Pasquale, one of the no border activists present at camp from the first days, was stopped just outside the camp from the italian police, which took him to the local station. He was expelled from Ventimiglia municipality for the occupation of the place and for his participation to the 22 of august unauthorized demonstration.
The measure adopted are worrying and unfounded. As a matter of fact Pasquale leaves in a nearby town (Dolceacqua), therefore he phisically needs to pass by Ventimiglia in order to carry on his daily acivities.
Together with him another activist, who arrived just yestrerday, was stopped and taken to the police station. After he has been kept for more than 24 hours inside the station, he has been threathend of expulsion from Italy and after he refused to leave fingerprints and photo identification a file for resistance to public officer was opened against him.

This enhanced pressure forces are used in a totally instrumental way with the aim of attacking the no border camp and intimidatimg the will and life of occupants, because of its power being a new form of self-organization. Through this press release we want to call the public attention on the repressive practices perpetrated against the camp in these weeks: last one being to the demage of two comrades who yesterday were stopped at the Menton train station while doing monitoring activity, and were brought by the PAF to the border police station, where they were forced to remain for three hours, together with the immigrants stopped on the train.

Both Italian and French police have been using repressive measures in the last weeks: Fouad arrest on the night of 23rd Agoust, six expulsion orders emitted on the night of 11th August together with the harassment of one comrade by part of of the BAC (Brigade Anti-Criminalité) police, together with the constant and and massive stopping and sending back police operations that both Italy and France carry on in absurd net of legal and burocratic contraddictions. It is clear that their interest converges in one specific point: to stop those people who decided to make evidentand shed a light on migrants movement for freedom across Europe. This kind of control, nourished by militarization and institionalized and racist charity, are to be found at every European border: from the European lagers in Magreb to the military reinforcement in Calais, to the several evictions carried on in Paris. This kinds of scenarios opens up in all those sposts where connivence between organizations like Red Cross or France Terre d’Asile and governaments do not succeed in covering the voices of migrants who are fighting for dignity in every and each country they are crossing.
Do they really think to stop us because of intimidation and repression?
Do they really think this is going to stop the power of an authentic fight for freedom?

Our answer to the daily killing of people in the Mediterrenean and on the streets of the European Fortress is an uncontrollable thirst for freedom.
Neither new nor old repression devices will ever stop this jouney. Those who are forced to leave from here are to be found again everywhere, on the streets and in the cities to make the fight against border go on.
Our strategy will be our daily and diffused actions and practices.

Every cop is a border!
We are not going back!

Presidio Permanente No Borders Ventimiglia

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A PONTE SAN LUIGI CONTINUANO LE DANZE

[ITA]

Sono ormai passate quarantotto ore dai fatti di Ponte San Luigi. Domenica notte intorno all’una, quattro attivist* del presidio permanente No Borders, come ogni sera, decidono di andare a monitorare ciò che avviene in frontiera alta. La situazione è tesa dopo l’ennesima giornata di frustrazioni in cui si è stati testimoni di una realtà surreale: nel cuore della “civilissima Europa”, dimenticata ogni convenzione e diritto, degli esseri umani vengono rinchiusi per ore in alcuni container sotto la pioggia battente, senza cibo, acqua, per il solo fatto di esser nati dalla parte sbagliata del mondo. Fouad si trova già sul posto. E’ lì, che parla con i ragazzi, accertandosi delle loro condizioni, indifferente alle minacce incessanti e agli insulti degli agenti della PAF (police aux frontiers). Chiede che venga dato loro del cibo, degli ombrelli e delle sigarette.

I poliziotti sono più tesi del solito, stringono in mano i manganellie impediscono fisicamente agli attivisti di avvicinarsi ai container. Non lasciano spazio a nessuna forma di dialogo, vogliono impedire che si parli con i migranti. Tutto succede in pochi minuti, i quattro ragazzi vengono fatti arretrare con la forza, cacciati verso l’Italia a spintoni, sotto la minaccia costante di manganelli e spray urticanti. Fouad, che da qualche metro dalle transenne sta riuscendo a comunicare coi migranti, viene violentemente sbattuto a terra e trascinato all’interno della stazione di polizia di frontiera. I gesti che Fouad sta rivolgendo ai ragazzi al di là delle transenne sono il ridicolo pretesto per il nevrotico e brutale intervento della police.

Sotto gli occhi degli altri attivisti, Fouad viene picchiato, il volto sbattuto con forza sul pavimento, poi viene caricato su una volante all’interno della quale, nonostante uno degli agenti tenti di impedirglielo stringendogli una mano alla gola, riesce a rivolgersi ai compagni, affermando di esser stato ripetutamente colpito. L’attivista francese ha quindi chiesto assistenza legale e sanitaria, venendo trasportato all’ospedale di Menton dove tuttavia non ha ricevuto alcuna cura specifica, contrariamente all’agente che ha denunciato l’inesistente aggressione. Da quanto si è appreso ieri dalle parole del suo legale, durante lo stato di fermo Fouad non ha neppure avuto modo di mangiare.

Lunedì presso il tribunale di Nizza, alla presenza dei testimoni della vicenda, si è tenuta l’udienza di convalida del fermo. Questa, in virtù di una presunta pericolosità sociale, si è conclusa con la convalida cautelare dell’arresto e la fissazione della prima udienza per il 30 settembre. Tre sono gli assurdi capi di accusa imputatigli secondo il diritto francese: oltraggio, resistenza e aggressione a pubblico ufficiale. Assurdità incrementata dal fatto che l’intera udienza si sia basata non su quanto avvenuto in frontiera, dove è stato Fouad ad essere aggredito senza ragione dalla polizia francese, bensì sulla strumentalizzazione del suo passato di militante.

Questisono i fatti.

Nonostantele numerose testimonianze e le prove documentali inequivocabili che saremo in grado di addurre, nonostante la certezza dell’assoluzione in un futuro processo, Fouad trascorrerà almeno trenta giorni in una cella, in attesa dell’esito del ricorso. E’ questo il modo in cui la giustizia francese, così come quella italiana mediante i fogli di via, persegue i nostri attivisti in assenza dei presupposti per emettere una condanna. Una strategia intimidatoria, che colpisce chi si è macchiato della sola colpa di aver sollevato la testa contro un sistema deviato. Un sistema che mortifica, svilisce ed umilia chiunque vi si opponga in nome di una sete di libertà e giustiziache né gli arresti, né le minacce, né le violenze della polizia,saranno mai in grado di sedare. Oggi più che mai siamo al fianco di Fouad. Oggi più che mai lottiamo in nome di ciò che ci rende umani, contro ogni discriminazione, contro ogni repressione, contro ogni frontiera.

WE ARE NOT GOING BACK – FOUAD LIBERO!

Presidio Permanente No-Borders

[FRA]

Dans la nuit de dimanche, a Ponte San Luigi, à environs une heure du matin, quatres militantes du presidio permanente (campement permanent) No Borders, montent comme chaque soir a la frontière haute afin de surveiller ce qu’il s’y passe. Dans une situation de tension provoquée par une ultime journee de frustration, nous sommes temoins d’une réalite absurde : Au coeur de cette “Europe Civilisée” baffouant les conventions et le droit des etres humains, des personnes sont parquées pendant des heures, sans eau ni nourriture, dans des containers et sous la pluie battante, du seul fait de ne pas etre né.e.s au bon endroit. Fouad, militant du campement, était déja sur place en train de discuter avec les déporté.e.s pour s’assurer de leurs états. Indifférantaux menaces et insultes incessantes de la PAF (police aux frontières), il demande à la police de leurs donner des parapluies, de la nourriture et des cigarettes.

La tension venant de la part des policier.e.s est plus importante que d’habitude, matra que en mains, ils empechent les militant.e.s des’approcher des containers et de parler aux déporté.e.s.

En quelques minutes, nos quatres camarades voient Fouad se fairere fouler avec violence du cotés italien matraque sorties et gazeuseen bandoulliere. Fouad se retrouve à quelques metres des barrieres et continue de parler aux déporté.e.s, avant de se faire mettre au sol et trainer au poste frontalier, son attitude n’etant qu’un pretexte fallacieux pour justifier l’intervention névrotique et brutale des policier.e.s.

Sous le regard des autres activistes, Fouad se fait frapper, le visage plaqué au sol avec force par l’une des policières. Il est ensuite embarqué dans une voiture de police, malgrè le fait que l’un.e d’entres eux/elles soit en train de l’étrangler, Fouad arrive a communiquer avec les camarades, affirmant qu’il s’est fait tabasser à l’intérieur des locaux de la PAF. Notre camarade a donc demander à voir un medecin et un avocat, il est tranporté a l’hopital de Menton, non pas pour constater ses blessures ou recevoir un traitement, mais pour que le policier ayant soit disant subit des violences puisse faire constater son abrasure de l’epyderme qu’il s’est faite après avoir agresser notre camarade. Aussi, durant sagarde à vue, et selon son avocate, Fouad n’a pas eu accès à un quelconque repas.

Lundi, au tribunal de Nice, en presence des temoins, s’est tenue l’audience statuant sur son incarceration. Il est maintenu en détention provisoire jusqu’a son passage au tribunal d’aix en provence (quidoit une bonne fois pour toute statuer sur la validité ou non de samise en détention), tout cela parce que notre camarade est consideré comme potentiellement dangereux aux yeux de la justice. Les trois chefs d’accusation imputés a notre camarade sont : Outrage, rebellion et agression envers un depositaire de la force publique. C’est d’autant plus absurde que l’audience ne s’est pas basée sur les faits s’etant déroulés a la frontière au moment del’arrestation, mais sur des presomptions de culpabilites du fait deson passé militant.

Malgrè les témoignages et les preuves irréfutable qui seront presentées, et la certitude de son innocence, Fouad passe actuellement ses jours en prison en attendant le resultat de son recours. La justice française comme la justice italienne criminalise nos camarades, avecou sans les bons papiers, en presupposant que ces dernier.e.s sont des dangers pour l’ordre public, allant jusqu’a nier la presomption d’innocence. Ces stratégies d’intimidations visent à détruire les solidarités mises en place par celles et ceux qui luttent au quotidien afin de permettre a tous et toutes de vivre dignement et de changer ce système injuste. Ce système mortifère, qui avilie et humilie les personnes qui s’y opposent au nom de la liberté et de la justice sociale, ne se laisseront jamais abattre, malgré les menaces, les arrestations et les violences de l’état. Aujourd’hui plus que jamais nous restons aux cotes de Fouad. Aujourd’hui plus que jamais, nous nous devons de lutter contre toutes les discriminations, contre toutes les repressions, et contre toutes les frontières.

WEARE NOT GOING BACK – FOUAD LIBRE!

Presidio Permanente No-Borders

Bloccano le frontiere e iniziano i processi

Ieri sera, 23 Agosto, 55 migranti sono stati detenuti per più di 6 ore nei container della frontiera alta Francese, a “causa” della chiusura dell’ufficio della polizia italiana addetto alla convalida dei respingimenti e delle deportazioni dalla Francia all’Italia.
Noi ,come sempre, eravamo li, a Ponte San Luigi, a cercare di dar loro aiuto e sostegno e il risultato di ciò è che uno degli attivisti francesi è stato trattenuto in stato di fermo per tutta la notte e ora affronterà un processo per direttissima a Nizza, con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.

Ieri abbiamo iniziato il monitoraggio della frontiera alta verso le 19, constatando la presenza di 13 persone trattenute nei container. Alcuni di questi si trovavano in stato di fermo dalle 15. Dopo una mezz’ora, nei container sono state trattenute altre persone, fino a diventare più di 50 migranti, di cui 5 minorenni e alcune donne, in una condizione assolutamente disumana. In questo lasso di tempo,infatti, c’è stata una sola distribuzione di acqua e cibo. Due migranti hanno manifestato malessere fisico e, nonostante le nostre pressioni, nessun medico è stato contattato dalla polizia francese né è stato attuato un trasferimento in ospedale.
Alle 23.50 siamo stati respinti sul territorio italiano, dove ad attenderci abbiamo trovato la polizia che ci ha fermati e identificati.
Intanto, nel lato francese altri attivisti fronteggiavano la repressione violenta da parte della polizia, scatenata da un semplice scambio di sigarette tra No Borders e migranti detenuti.
In questo scontro un’attivista è stata colpita al costato da un manganello e un attivista francese è stato picchiato e trattenuto in stato di fermo per tutta la notte alla PAF, dove si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni e ha richiesto assistenza legale e medica. Questo attivista oggi subirà un processo per direttissima a Nizza con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale, per il semplice fatto di aver risposto alla violenza fisica e alle offese verbali subite dai migranti da parte della polizia.
Ciò che generalmente si verifica nella frontiera alta lo abbiamo più volte raccontato. Si tratta di un continuo ping-pong dei migranti da un lato all’altro del confine: chi viene tenuto in detenzione nei container francesi viene portato all’ufficio della polizia di frontiera italiana, competente a convalidare i respingimenti dalla Francia all’Italia.
Talvolta qualcuno di loro, compresi dei minorenni, viene rilasciato in territorio Francese a piedi, senza indicazioni e senza il rilascio di alcun documento che formalizzi la convalida della loro presenza in Francia, di fatto legittimando qualsiasi nuovo fermo e respingimento che perpetui la strategia del rimbalzo. Chi invece viene respinto in Italia ,di notte viene lasciato alla stazione di Ventimiglia ,in balia di se stesso e dei passeurs, favorendo così lo sfruttamento e il transito illegale di persone.
Mentre la collaborazione tra le forze di polizia italiana e quella francese,previste dall’accordo di Chambery, è strumentale per quanto riguarda il transito dei migranti, ciò non avviene nei confronti del presidio No Borders. Il controllo e la sinergia tra queste due parti è infatti sempre più forte: a 12 giorni dal rilascio dei fogli di via per sei ragazzi, il Presidio è continuamente sotto attacco, come dimostra il processo per direttissima che sta per svolgersi oggi.
Nessun foglio di via, nessun processo fermerà la nostra lotta per l’abolizione delle frontiere e il libero passaggio di ciascun individuo in ogni parte del mondo.

Presidio permanente No Borders

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Per Todor – Pour Todor – For Todor

22 Agosto 2015
Per Todor Bokanovic (20/8/1995), ucciso dalla polizia di frontiera francese, e tutte le altre vittime delle violenze e dei crimini della polizia.
Pour Todor Bokanovic (20/8/1995), tué par la police des frontières française, et toutes les autres victimes des violences et crimes policiers.
For Todor Bokanovic (20/8/1995), killed by french border police, and all the victims of police violences and crimes.

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Prefettura Francese nega permesso per Manifestazione per ricordare Todor Bokanovic

ATTENZIONE: La prefettura francese ha appena negato il permesso della manifestazione prevista domani alla frontiera tra Ventimiglia e Mentone: sono interdetti gli assembramenti in strada e chi dovesse infrangere il divieto sarà sistematicamente identificato.
In attesa di sapere che decideranno in Francia, invitiamo tutti a venire al presidio: la mobilitazione dalla parte italiana è confermata!

23 Agosto – Cinema senza frontiere – Strip Life

ORE 20.30 – PIZZATA CON FORNO A LEGNA

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ORE 21.30 – PROIEZIONE DI STRIP LIFE * GAZA IN A DAY

Striplife – Gaza in a day. Docufilm che scruta un pugno di vite nella Striscia.

Di L. Scaffidi, V. Testagrossa, A.Zambelli, A. Mussolini, N.Grignani

TRAMA:

Praticare il rap in pubblico è vietato nella Striscia di Gaza. Ma anche allontanarsi in barca giusto per raggiungere acque più profonde e pescose può essere punito anche con i proiettili in una zona circondata da muri di cemento. Così l’inatteso e misterioso spiaggiarsi di centinaia di mante fa improvvisare un mercato del pesce in riva allo stesso Mediterraneo che noi altri conosciamo meglio per le vacanze tra sole, ombrelloni e mode del momento. L’infelice oasi islamica compressa tra Egitto e Israele che siamo abituati a guardare in tv nei servizi sulla conta dei morti dopo un attentato o una rivolta, dall’obiettivo dei videomakers del collettivo Teleimmagini emerge in questo doc come testimonianza di audaci sconosciuti nel seguire pacificamente l’istinto, le passioni e i doveri della vita.

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– Presidio Permanente No Borders Ventimiglia –

PRESIDIO SABATO 22 AGOSTO DAVANTI AGLI UFFICI DELLA POLIZIA ALLA FRONTIERA MENTONE-VENTIMIGLIA -RASSAMBLEMENT SAMEDI 22 AOUT 2015 DEVANT LES LOCAUX DE LA POLICE AUX FRONTIERES DE MENTON-VINTIMILLE

[IT]

PER TODOR E TUTT* LE ALTRE VITTIME DI VIOLENZE E CRIMINI DELLA POLIZIA

Oggi, purtroppo ci troviamo a ricordare le circostanze dell’assassinio di Todor Bokanovic.
All’età di 8 anni, è stato ucciso da un proiettile sparato dalla polizia mentre i suoi genitori passavano la frontiera franco-italiana a Sospelle il 20 agosto 1995.
Questo assassinio ha avuto luogo qualche chilometro dalla frontiera di Mentone-Ventimiglia dove i migranti sono sistematicamente bloccati e deportati da qualche mese.
Se noi ci incontriamo qui davanti ai prefabbricati della polizia di frontiera è perchè siamo testimoni ogni giorno delle stesse logiche che han portato all’assassinio di questo bambino.
Ogni giorno viviamo le violenze della polizia a causa delle frontiere.
E’ passata una settimana da quando un centinaio di persone che ha tentato di prendere il treno per resistere alle politiche razziste della Francia, ha subito violenze da parte della polizia.
E’ un anno che uno dei nostri fratelli resistendo ad una deportazione forzata verso l’Algeria è morto prima del suo arrivo all’areoporto di Roissy.
Sistematicamente i crimini dei poliziotti vengono insabbiati e loro protetti di fronte alla giustizia che si rifiuta di riconoscerli come criminali.
La famiglia di Todor ha inoltre assistito al rilascio dei poliziotti colpevoli dell’omicidio del figlio.
Altre famiglie e partenti di vittime della polizia subiscono la stessa sorte.
Quest’anno la giustizia ha rilasciato i poliziotti che hanno ucciso due adolescenti, Zyed e Bouna, a Clichy-sous-Bois il 27 ottobre 2005.
La stessa cosa è successa per quelli che hanno ucciso il pensionato algerino, Alì Ziri, morto l’11giugno 2009 all’ospedale due giorni dopo il suo arresto da parte della polizia di Argenteuil.

Domani potremmo essere noi le prossime vittime di crimini commessi da parte della polizia francese, da cui subiamo già violenze quotidinianamente.
Cosa succederebbe se uno di noi si rifiutasse di subire le violenze della polizia che ci sbarra la strada che respinge dai treni e deporta i migranti con la forza verso l’Italia?

A Sospel nel 1995 come a Ventimiglia e a Calais nel 2015 la polizia e le frontiere uccidono e umiliano.

Un pensiero va a tutti quell* assassinat* dalla polizia, qui e altrove.

Noi chiediamo l’apertura di tutte le barricate della polizia, in frontiera, nelle stazioni e nei quartieri popolari.

Luogo e ora dell’incontro Sabato 22 Agosto – h 18.00 in via Astride Briand n°30 06500 MENTONE

[FR]

RASSAMBLEMENT SAMEDI 22 AOUT 2015 DEVANT LES LOCAUX DE LA POLICE AUX FRONTIERES DE MENTON-VINTIMILLE POUR TODOR ET TOUTES LES AUTRES VICTIMES DES VIOLENCES ET CRIMES POLICIERS

Aujourd’hui, nous avons le malheur de rappeler les circostances de l’assassinat de l’un des nôtres, Todor Bokanovic. A l’âge de huit ans, il est mort d’une balle tirée par la police aux frontières lorsque ses parents passaient la frontiére franco-italienne à Sospel, le 20 aout 1995. Cet assassinat a eu lieu à quelques kilomètres du poste frontière de Menton- Vintimille où nous sommes bloqués et sysématiquement déportés depuis quelques mois. Si nous nous rassemblons, ici, devant les préfabriqués de la police aux frontières c’est parce que nous estimons que c’est la même logique qui a mené à l’assassinat de cet enfant. Chaque jour, nous vivons aussi des violences policières à cause des frontières. Il y a une semaine, une centaine des personnes qui ont tenté de prendre le train pour résister aux politiques racistes de la France, ont subi des violences policières. Il ya un an, l’un des nôtres qui résistait à une dépotration forcée vers l’Algérie est morte avant son arrivée à l’aéroport de Roissy.

En plus de tuer des gens, les policiers sont couverts systématiquement par la justice qui refuse de reconnaître qu’ils sont des criminels. La famille de Todor a vu les policiers qui ont tué leur enfant relaxés. D’autres familles et proches de victimes de la police subissent le même sort. Cette année, la justice a acquitté les policiers qui ont tué des adolescents, Zyed et Bouna, à Clichy-sous-Bois le 27 octobre 2005. Même chose pour ceux qui ont tué un retraité algerien, Ali Ziri, décedé le 11 juin 2009 à l’hôpital deux jour après son interpellation par la police d’Argenteuil.

Demain, nous pouvons être les prochaines victimes des crimes de la police française qui déjà nous violente quotidiannement. Que se passera-t-il si l’un de nous refuse de céder aux violences des polices qui nous barrent la route, nous expulse des trains et nous déportent de force vers l’Italie ?

A Sospel en 1995 comme à Vintimille et Calais en 2015 la police et leurs frontières tuent, humilient et mutilent.

Une pensée pour toutes celle et ceux assassiné-e-s par la police, ici, ou ailleurs !

Nous demandons la levée de tous les barrages policiers aux frontières, dans les gares et les quartiers populaires !

Lieu et heure du rassemblement : 18H au 30, avenue Aristide Briand -06500MENTON