Martedì 18 Luglio il campo informale che si era creato di fronte alla chiesa è stato sgomberato dalla polizia. Dieci migranti sono stati arrestati e deportati il giorno seguente, mentre gli altri sono stati accompagnati dai volontari della Caritas al nuovo campo istituzionale situato nel Parco ferroviario Roja. Una gran parte di essi non è stata ammessa nel campo ed è stata lasciata fuori senza acqua. Da allora, circa 250 persone vivono sotto una ex-stalla del parco ferroviario a poche centinaia di metri dal campo ufficiale.
Nel campo informale mancano cibo, acqua, servizi e posti per dormire. Alcuni attivisti sono subito arrivati sul posto per dare solidarietà ai migranti, portando viveri, coperte, medicinali e allestendo una cucina da campo autonoma gestita direttamente dai migranti.
Qualche parola sul campo istituzionale: la Caritas Diocesana Ventimiglia-Sanremo ha fatto pressione affinché venisse aperto uno spazio per i transitanti e questo progetto è di fatto gestito da Croce Rossa e forze dell’ordine, in collaborazione con UNHCR.
Lo ribadiamo ancora una volta: non crediamo che le persone vadano “assistite” da qualcuno, tanto meno da organizzazioni di questo tipo. Siamo invece convinti che i migranti debbano essere nelle condizioni di autogestirsi assieme ai/alle solidali.
Nelle ultime ventiquattro ore alcuni operatori umanitari di Caritas hanno espresso l’opinione che non fosse opportuno fare assemblea assieme ai migranti perché “troppo stanchi e affamati”. L’assemblea per decidere le modalità di autogestione del campo si è svolta comunque, ma è stata interrotta dopo circa venti minuti a causa della decisione di Caritas di iniziare a servire il cibo (con tutta la confusione che ne è seguita).
Ci fa sorridere la dichiarazione del direttore Caritas Maurizio Marmo, il quale ha espresso la volontà che il campo della Croce Rossa sia “un ibrido tra il No Border Camp – attivo la scorsa estate sui Balzi Rossi di Ventimiglia – e un campo di accoglienza istituzionale.”
I volontari si sono inoltre detti preoccupati del fatto che i migranti non siano in grado di utilizzare adeguatamente la bombola del gas e che il cibo non venga somministrato in maniera “legale”.
Il contratto di affitto del centro di accoglienza temporaneo scadrà tra sei mesi, ma hanno intenzione di estenderlo ad almeno un anno. Il campo della Croce Rossa ad ora contiene 180 migranti, ma l’intenzione è di aumentare la sua capacità fino a 700 posti.
Naturalmente siamo per l’umana solidarietà e per riuscire a soddisfare i bisogni primari delle persone stanziate nel parco ferroviario. Proprio per questo motivo non possiamo accettare né sostenere un progetto gestito dalla Croce Rossa. Quest’ultima è un corpo militare con struttura gerarchica: ha infatti una lunga storia di collaborazione con il governo nelle azioni di detenzione e deportazione dei rifugiati.
Ci chiediamo: se questo è realmente un campo “umanitario”, allora perché è circondato da una recinzione?
Il problema è e resta il confine, non i migranti.
CONTRO OGNI FRONTIERA.
Alcune e alcuni solidali di Ventimiglia e dintorni.