Ci siamo.
Il mostro “No Border” è stato creato; questa volta, perchè no, aggiungendovi un paio di artigli degni di un film americano di serie B.
Anche lo scenario costruitovi attorno non se ne discosta di molto. Nulla di veramente nuovo: criminalizzare con tutti i mezzi possibili coloro che alzano voci scomode e coloro che sono presenze scomode; è da sempre una delle prime tattiche pergiustificare mozioni di censura per gli uni e atti di violenza per gli altri.
In questo modo, privata di voce propria, sarà la vittima con le dita spezzate a doversi giustificare davanti ai suoi torturatori.
Questa volta non si può non reagire di fronte a livelli di strumentalizzazione e palese menzogna raggiunti dagli attori di questo teatrino di carta. Da giorni, con l’aiuto di titoli roboanti, media e giornalisti si dilettano nell’esercizio dell’amalgama, gettando nello stesso calderone mediatico fatti e avvenimenti non connessi tra loro, illazioni e invenzioni tanto false quanto di sicuro effetto sull’immaginario comune; nel frattempo, tutt’altri fatti continuano ad avere luogo.
Parole come “antagonisti”, “terroristi” e “migranti”, “rivoltosi”, “No Borders” e “attivisti siriani esperti nella guerriglia” (e qui un plauso particolare per chi ha saputo pensare un tale inedito accostamento) diventano spauracchio e pretesto per minimizzare le uniche parole che non hanno bisogno di nessuna virgoletta: violenza e deportazione come vissuto quotidiano di persone stigmatizzate ovunque, per la loro sola presenza. Screditare tale vissuto e le opinioni di chi vuole solidarietà, equivale a partecipare deliberatamente a forme di disinformazione e demonizzazione inaccetabili.
Il crimine vero è già in atto ed è quello di ridurre persone e situazioni complesse a figurine ritagliate e stereotipate, alimentando astio e aprendo la porta ad ogni tipo di repressione, stroncando di fatto ogni chance di incontri possibili e necessari. Scelta di alcuni che diventa deriva aberrante e sconsolante di un mestiere, quello di fare informazione.
L’intenazionalità attribuita al movimento e svenduta come minaccia, è in realtà diretta conseguenza della scelta di alcune persone di muoversi attraverso il proprio Paese – e oltre – per scoprire, con i propri occhi, lo stato attuale di una situazione che coinvolge migliaia di esseri umani in Europa, lungo i suoi confini – oramai disseminati in tutto il territorio e non più solo nei margini amministrativi – e ben aldilà di questi.
Difronte alla quotidianità dei migranti, le cui parole sono troppo spesso lasciate nel silenzio, continuerà la tragicommedia fatta di repressione poliziesca e distorsione mediatica.
Osservando tutto ciò, non possiamo che invitare chiunque legga, sempre e ancora una volta, a venire a vedere la realtà con i propri occhi.
In particolare vi invitiamo alla massima diffusione e partecipazione all’evento in programma per il 14 e 15 Agosto:
https://www.facebook.com/events/1270427149664786/
Presidio Permanente No Borders – Ventimiglia