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Facciamo il punto: sul presidio in frontiera e sulla solidarietà attiva.

FACCIAMO IL PUNTO. SUL PRESIDIO IN FRONTIERA E SULLA SOLIDARIETA’ ATTIVA.

Partiamo da un dato. Quello che sta succedendo da circa una settimana sulla scogliera di Ponte San Ludovico, a Ventimiglia, sulla frontiera tra Italia e Francia, è una dei più potenti, e vincenti, eventi politici degli ultimi anni. I circa duecento migranti accampati su quel tratto di pietre, hanno dato vita a una dinamica completamente nuova, diversa da quelle che siamo abituati a vedere in queste situazioni (purtroppo frequenti da queste parti) e, riteniamo, profondamente rivoluzionaria.
Al di la della narrazione che tutti i principali media stanno facendo di questa “emergenza” costruita a tavolino, in cui il presidio dei migranti alla frontiera viene assimilato alle altre situazioni di drammi umanitari di cui si è disseminato il paese, compresa quella alla stazione di Ventimiglia, stiamo assistendo da giorni al manifestarsi di una lotta puramente politica di questi fratelli, portata avanti con una consapevolezza e una determinazione senza pari.
I migranti sugli scogli hanno intrapreso una lunga battaglia di logoramento: da una parte le istituzioni stanno cercando in tutti i modi di eliminare quel presidio, tentando di sfiancare fisicamente i migranti, dall’altra parte loro sanno che la loro presenza in quello spazio è intollerabile per tutti i paesi europei perché contribuisce ad allargare ogni giorno che passa contraddizioni non più nascondibili. Le frontiere militarizzate di questa Fortezza Europa non hanno, ormai in maniera evidente, alcun senso storico e scricchiolano sempre di più sotto la domanda di libertà che viene da quegli scogli.
“Non vogliamo tornare indietro”, “Abbiamo il diritto di passare e di muoverci, tutti quanti”; dai loro slogan è immediatamente chiaro il profondo significato politico dell’azione di resistenza che queste duecento persone stanno portando avanti, pronti alle estreme conseguenze.
Questa situazione prorompente si è sviluppata su un equilibrio estremamente delicato; sono il tempo, e la determinazione, le armi in mano ai resistenti sugli scogli. Una lotta di logoramento, appunto, pagata duramente giorno per giorno, ora per ora, sulla propria pelle, sotto il sole cocente di Ventimiglia.
Di fronte a questo scenario, un dato estremamente importante (e per nulla scontato in questo clima politico), è una solidarietà dal basso ininterrotta, che ha permesso loro di consolidare la loro posizione.
Il Presidio Permanente NO BORDERS, che ha raccolto le diverse realtà di movimento del ponente ligure, ha da subito ritenuto fondamentale garantire una presenza attiva e costante a fianco dei migranti, cercando di sostenere e tutelare il più possibile questa esperienza.
In questo senso, anche l’arrivo, in questi giorni, di persone da tutta Italia, è stato, e sicuramente sarà, un elemento importante per garantire un solido sostegno.

A questa nuova, potente, voce che si sta alzando dalla scogliera tra la Francia e l’Italia, riteniamo doveroso affiancare anche la nostra, assieme a quella di tutti coloro che si sono mobilitati sul territorio e a tutti coloro che si battono, quotidianamente, per costruire un’Europa dei diritti e dell’accoglienza. Fondare la sicurezza ergendo frontiere produce solo ingiustizia, morte e disperazione. A questa politica securitaria e repressiva, che trova sponda negli istinti più beceri della società, vogliamo contrapporre un’Europa aperta e solidale, convinti che l’unica frontiera che possiamo concepire è quella planetaria.
Per questo sabato 20 giugno, giornata mondiale del rifugiato, saremo, assieme a tutte le realtà del territorio e a tutti coloro che si vorranno unire, a Ventimiglia, dalle ore 14, per un presidio nel piazzale della stazione. Per unire la nostra voce, simbolicamente, a quella dei migranti che resistono sulla scogliera, consapevoli che l’autonomia, la tenuta e la riuscita della loro lotta è una priorità per tutte e tutti noi.
SIAMO TUTTI CITTADINI DEL MONDO
NO ALLE FRONTIERE, SI ALLA SOLIDARIETA’

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