Possiamo dichiarare che il triste tentativo del Ministro Alfano di “ripulire” la città di Ventimiglia, in vista della stagione turistica, è miseramente fallito. La chiusura del centro della Croce Rossa su pressione del Sindaco Ioculano e le continue retate, deportazioni e minacce non sono riuscite a sortire l’effetto sperato: decine e decine di persone tentano ogni giorno di sfidare il dispositivo, arrivano a Ventimiglia, provano a prendere i treni, ad attraversare la frontiera e a resistere alle identificazioni. Il campo che è nato in riva al Roia è la dimostrazione di come la determinazione di migranti e solidali in lotta contro le frontiere non si fermi davanti a minacce ed ultimatum. Insieme si può rispondere, autodifendendosi da rastrellamenti e detenzioni.
Al campo di fortuna sotto il ponte, hanno iniziato ad arrivare sempre più migranti e solidali da varie città italiane e francesi, una rete di solidarietà che è l’espressione dell’esperienza dell’anno passato.
Dalla cucina condivisa, le lunghe assemblee in più lingue, le chiacchiere notturne è emersa la necessità di rivendicare pubblicamente quello che sta succedendo. Nessuno vuole creare un ghetto dove nascondersi dalle retate della polizia, quanto piuttosto il punto di partenza di un percorso. E proprio dal campo siamo partiti domenica per raggiungere il centro di Ventimiglia, per smettere di essere invisibili e per denunciare tutti/e insieme quello che sta succedendo in città. Circa 200 migranti supportati dai/dalle solidali provenienti da molte città italiane e dalla Francia hanno manifestato nella piazza del comune presidiato da un grande schieramento di forze dell’ordine. Quello stesso municipio su cui spicca un’ipocrita striscione che chiede “verità per Giulio Regeni”, ma allo stesso tempo ospita il consiglio comunale che vieta di distribuire cibo ai migranti. Per quasi due ore si sono susseguiti interventi a sostegno della lotta da parte dei/delle solidali e tante testimonianze dirette di chi si scontra in prima persona contro il sistema della Fortezza Europa. Dalla terribile situazione in Libia fino all’arrivo in Europa è una continua lotta contro polizia, militari, leggi assurde, botte, torture, arresti, identificazioni, deportazioni e rischio di espulsione. Ma queste testimonianze non sono una lamentela: sono un desiderio irrefrenabile di Libertà: di potersi muovere oltre confini e barriere e di determinare la propria vita al di là di un pezzo di carta o di uno status giuridico. Un’energia che ci spinge a continuare ad organizzarci e a lottare!
Gli striscioni e cartelli portati dai/dalle migranti erano chiari: “no one is illegal”, “where is freedom”, “stop fighting against migrants” o ancora “siamo venuti per la pace e la libertà, basta con torture e deportazioni”. La denuncia e la protesta era chiara; sia nel richiedere libertà di movimento sia nel denunciare le violenze della polizia e la paura dei rastrellamenti che vorrebbe far vivere centinaia di persone come fuggiaschi/e, ed ancora la complicità del comune di Ventimiglia con il piano alfano. Il luogo prescelto per il presidio non era casuale: davanti alla sede di un comune che si occupa solo delle lamentele dei commercianti e vuole i migranti fuori dalla città, e alla sede delle Poste Italiane che con la propria compagnia aerea, Mistralair, deportano i/le senza documenti.
Diversi sono stati anche i ventimigliesi che, nonostante la campagna di criminalizzazione portata avanti contro migranti e cosiddetti “No Borders”, si sono fermati ad ascoltare per capire la reale situazione. Durante il ritorno al campo non sono mancate le provocazioni della polizia con spintoni e uso della forza contro lo spezzone della Clown Army che chiedeva documenti agli stessi poliziotti. Forse una settimana di arresti, deportazioni, botte e minacce non è bastata a chi pensava di fermare il flusso persone che provano ad attraversare la frontiera di Ventimiglia. Sappiamo che quanto avvenuto fino ad ora potrà ripetersi, è per questo che invitiamo tutti a stare al fianco di chi viaggia.
La libertà è dove ci si organizza insieme!
alcune/i solidali a Ventimiglia
al fianco di chi viaggia, contro ogni frontiera