Archivi categoria: General

Si balla a Ponte San Luigi – Ça danse à Pont Saint Louis [ITA-FR]

[ITA]

Ieri notte a Ventimiglia un centinaio di migranti è salito su un treno per attraversare in blocco il confine italo-francese. Molti di loro li avevamo conosciuti sabato in occasione dell’assemblea No Borders in stazione, durante la quale avevano avuto la possibilità di prendere parola ed esprimere la loro esasperazione per la situazione insostenibile in cui versano da mesi. Come prevedibile, il tentativo di attraversamento si è scontrato con i controlli costanti effettuati dalla gendarmerie a Menton-Garavan, la prima stazione oltreconfine. I migranti fermati hanno deliberatamente scelto di sfidare la chiusura della frontiera e rifiutato di scendere dal treno. Sono stati pertanto trascinati di peso sulle camionette per essere ricondotti alla postazione frontaliera francese di Ponte San Luigi, dove sono stati messi in container recintati ed è stata inoltrata alle autorità italiane una richiesta di riammissione sul proprio territorio.

Questa pratica è abituale per tutti i migranti sospettati di provenire dall’Italia e che vengono sorpresi in Francia dai rastrellamenti sistematici effettuati sui treni, sui bus, nelle stazioni e nelle città. Quelli che vengono riammessi sono trasferiti alla postazione frontaliera italiana e da lì riaccompagnati dalla Croce Rossa in stazione. Chi non viene riaccettato viene semplicemente rilasciato in Francia. È una prassi che non viene accompagnata da alcuna formalità giuridica e di cui l’ASGI ha già denunciato l’irregolarità. In entrambi i casi i migranti non hanno altra prospettiva che riprendere il loro viaggio, durante il quale continuano a essere fermati, riportati in frontiera e ripartire.

Questa triste giostra dell’assurdo è ben nota al movimento No Border, che ha sempre svolto operazioni di copwatching e supportato con la propria presenza i migranti internati nei container di Ponte San Luigi. Anche questa notte, appena saputo l’accaduto, una ventina di solidali si è mossa per portare sostegno ai migranti ed essere testimoni di quello che stava loro accadendo. Giunti sul posto abbiamo trovato i migranti che protestavano per il loro essere rinchiusi e stipati come bestiame in uno spazio transennato troppo stretto per così tante persone.

La gendarmerie francese ci ha subito allontanati, schierandosi tra noi e i migranti per impedire qualsiasi contatto. Nel modo più eloquente possibile hanno riproposto materialmente lo spazio della frontiera e ci hanno ricordato che “Every Cop is a Border”. I nostri cori e la battitura – da mesi simbolo della lotta migrante – hanno fatto da ponte di comunicazione tra noi e i ragazzi, in un gioco di risposte, cori e grida di entusiasmo reciproci. Dopo balli e sberleffi a una frontiera che non abbiamo alcuna ragione di rispettare, abbiamo invitato i passanti in transito a esprimere la loro solidarietà contro l’ineguaglianza all’accesso alla mobilità tornando indietro; molti di loro hanno acconsentito.

Nell’istante in cui la gendarmerie francese ha deciso di procedere ugualmente alla deportazione dei migranti in territorio italiano, gli attivisti No Border hanno reagito cercando di impedire il passaggio dei furgoni sedendosi e sdraiandosi sulla strada. A più riprese siamo stati spostati in malo modo, spintonati e insultati, e diversi di noi hanno riportato contusioni.

Mentre la polizia francese è stata udita definire questa ripetuta serie di respingimenti “infornate”, quella italiana prendeva in consegna i migranti negli uffici di frontiera domandando ai ragazzi “a quale razza di bestia appartenessero”. Dopo simili trattamenti i migranti sono stati caricati sui furgoni e riportati in stazione a Ventimiglia, dove però il centro della Croce Rossa rimane chiuso di notte. Sono stati quindi costretti a trovare una sistemazione precaria accampandosi sul piazzale. In risposta abbiamo subito portato latte e viveri ai migranti bloccati in stazione, confermandogli ancora una volta il nostro sostegno.

Nel frattempo, affatto scoraggiati dagli eventi, abbiamo continuato a fare resistenza passiva alla frontiera italo-francese, nel tentativo di bloccare il trasporto coatto dei migranti. Non appena abbiamo deciso di andarcene, polizia francese e polizia italiana schierate in assetto antisommossa ci hanno stretto attorniandoci dai due lati della frontiera, costringendoci successivamente a seguirli in caserma.

I 17 attivisti italiani fermati, oltre a una nottata alla centrale di polizia, hanno rimediato un’identificazione fotodattiloscopica e una notifica di denuncia per “invasione di terreni o edifici”, in merito alla contestata provenienza dal presidio dei Balzi Rossi; chi aveva già qualunque tipo di precedente, in totale 6 persone, ha ricevuto istantaneamente un foglio di via che obbliga a recarsi al comune di residenza in capo a uno o due giorni in quanto “elemento pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica” e astenersi dal fare ritorno al comune di Ventimiglia per tre anni, onde evitare di “reiterare quei reati che creano allarme sociale”.

I 3 attivisti francesi, trascinati via brutalmente, sono stati dapprima identificati e rilasciati dalla gendarmerie, poi messi in garde a vue dalla polizia che li ha trattenuti al commissariato di Menton per dodici ore. I loro video sono stati cancellati e Medecins du Monde ha attestato le contusioni e le contratture accusate da uno di loro a seguito dei maltrattamenti ricevuti.

Al contempo apprendiamo che i membri dell’associazione francese “Au Coeur de l’Espoir” sono stati fermati dalla polizia mentre si recavano in stazione, sono stati trattenuti a loro volta in merito alla violazione dell’ordinanza cittadina che vieta di somministrare cibo ai migranti “per spirito di mera solidarietà”.

I poteri pubblici si rendono ormai conto della loro perfetta incompetenza nell’affrontare il fenomeno migratorio. Da decenni si cerca di gestirlo in modo sistematicamente improvvisato e emergenziale, colpendo la libertà di circolazione delle persone. In questa cornice il giro di vite sui migranti si fa espressione del cortocircuito in cui le istituzioni si sono incastrate: cortocircuito che si palesa qui a Ventimiglia nella forma del “Ping Pong”, così come dichiarato dal prestante gendarme incaricato di far sloggiare i migranti dai vagoni del regionale. Noi che ci troviamo ad osservare questa assurda partita, decidendo di stare tra una racchetta e l’altra, assistiamo a un dispiegamento delle misure repressive anche nei confronti delle realtà che esprimono solidarietà ai migranti senza limitarsi alla sola dimensione assistenziale. Aumenta la distanza tra la realtà delle persone in viaggio e le maglie strette di un sistema giuridico i cui provvedimenti sono brutali e inutili.

Noi continueremo a contestarli e a lottare per l’apertura di tutti i confini, continueremo a denunciare le deportazioni illegittime di migranti e le violenze a cui sono sottoposti, continueremo ad affiancarci alle persone in viaggio. Così come mari, deserti, e galere non fermano i migranti in viaggio, allo stesso modo non saranno certo i fermi o un pugno di indagini e provvedimenti amministrativi a fermare gli attivisti No Border. La lotta aperta questa notte a San Luigi è un passo in avanti nel nostro percorso ed è per questo che facciamo appello a quanti condividono le nostre ragioni a sostenere il presidio permanente di Ventimiglia e la lotta No Border in tutta Europa. Essere presenti a Ventimiglia, così come al Brennero, a Lampedusa o a Calais significa contribuire a sgretolare le frontiere di questa Fortezza Europa ormai in crisi. Un giorno sulle frontiere di quest’Europa balleremo, ricordando i tempi in cui ancora provavano a respingerci.

We are not going back!

Presidio Permanente No Border di Ventimiglia – 10/08/2015

———————————————————————————————————————-

[FR]

La nuit dernière à Vintimille une centaine de migrants est montée sur un train pour traverser en masse la frontière italo-française. Pour beaucoup, nous les avions rencontrés samedi lors de l’assemblée No Borders qui s’est tenue à la gare, à cette occasion ils avaient pris la parole pour exprimer leur exaspération pour la situation insoutenable qui les concerne depuis des mois. Comme prévu, la tentative de passage de frontière a échoué à cause des contrôles continuels effectués par la gendarmerie à Menton-Garavan, la première gare outre la frontière. Les migrants arrêtés ont spontanément décidé de défier le blocus et ont refusé de descendre du train. Ils on alors étés traînés de force sur les camionnettes qui les ont reconduits au poste frontalier français de Pont Saint Louis, ou il on été enfermés dans des containers en attendant que la demande de reconduction sur le territoire italien soit acceptée par les autorités.

Cette procédure est habituellement imposée aux migrants suspectés d’arriver d’Italie, arrêtés du coté français, à cause des contrôles systématiques effectués au faciès dans les trains, les bus, les gares et les villes. Lorsque la demande de reconduction est acceptée, les migrants sont conduits au poste frontalier coté italien et par la suite emmenés par la Croix Rouge à la gare. Ceux qui ne sont pas reconduits, ils sont alors tout simplement relâchés en France. Il s’agit là d’une pratique qui n’est accompagnée d’aucune formalité juridique, c’est pourquoi l’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) a déjà dénoncé son caractère en marge de la légalité. En effet, dans les deux cas de figure, les migrants n’ont aucune autre solution que de reprendre leur voyage, au cours duquel ils seront à nouveau arrêtés, ramenés à la frontière pour ensuite repartir et ainsi de suite.

Cette triste journée de l’absurde est bien connue par le mouvement No Border, qui a conduit assidûment des opérations de copwatching et qui essaye d’apporter un soutien en étant présent auprès des migrants enfermés dans les containers de Pont Saint Louis. La nuit dernière encore, une vingtaine d’activistes s’est dirigée aux poste frontalier pour soutenir les migrants retenus et être témoins des faits en cours. Une fois sur place nous avons pu constater que les migrants protestaient contre les conditions peu dignes dans lesquelles ils étaient retenus et enfermés, comme du bétail, dans un espace bien trop petit pour leur nombre.

La gendarmerie française nous a immédiatement éloignés, en s’interposant entre les migrants et nous, pour empêcher tous contacts. Ainsi, de la façon la plus parlante possible, les gendarmes n’ont fait que reproposer matériellement l’espace de la frontière en nous rappelant que « Every Cop is a Border ». Nos chants et les battements, qui depuis des mois symbolisent la lutte migrante, ont établie un pont communicatif entre les migrants et nous, sous forme de jeux de réponses interposées, de chœurs, et de cris d’enthousiasme réciproques. Nous avons chanté et dansé sur une frontière qui n’a aucune raison d’être respectée, nous avons invité les passants en transit à exprimer leur solidarité contre l’injustice de l’accès inégal à la mobilité en faisant marche arrière, la plupart ont accepté. Lorsque la gendarmerie a décidé, malgré tout, de procéder à la déportation des migrants vers le territoire italien, les activistes No Borders ont réagis cherchant à empêcher le passage des camionnettes, ils se sont assis et couchés sur la route. A plusieurs reprises nous avons étés bousculés, poussés et insultés, et certains parmi nous ont reportés des contusions.

Alors que la police française a été entendue nommer ce genre de repoussements des « enfournées », celle italienne en récupérant les migrants dans les bureaux de frontière leur a demandé « à quel genre de race de bêtes ils appartenaient » . Après de telles dégradations, les migrants ont été chargés dans les camionnettes et ramenés à la gare de Vintimille, malgré le fait que le centre d’accueil de la Croix Rouge soit fermé de nuit, les laissant ainsi dans l’obligation de se trouver une installation précaire sur la place. En réponse, nous avons immédiatement apporté du lait et des vivres aux migrants bloqués à la gare.

Pendant ce temps, nullement découragés par les intimidations des autorités, nous avons continué à faire de la résistance passive à la frontière, dans la tentative de bloquer le transport forcé des migrants. Alors que nous avions décidé de quitter les lieux, la police française et celle italienne rangées en mode antiémeute nous ont entourés des deux cotés de la frontière, nous forçant par la suite à les suivre à la caserne.

Les 17 activistes italiens arrêtés, outre avoir passé la nuit à la centrale de la police, ont eu droit à une identification dactyloscopique et une notification de plainte pour « invasion de terrains ou bâtiments » ; ceux qui avaient des précédents en tous genres, au total 6 personnes, ont reçu instantanément l’ordre de se rendre dans la commune de résidence dans les deux jours avec accusation d’être des « éléments dangereux pour l’ordre et la sécurité publique », de plus ils ont reçu l’interdiction de regagner Vintimille dans les 3 prochaines années, afin d’éviter de « réitérer ces infractions qui représentent une source de désordre social ».

Les 3 activistes français, traînés brutalement, ont d’abord été identifiés puis relâchés par la gendarmerie, pour enfin être mis en garde à vue par la police qui les a retenu au commissariat de Menton pendant douze heures. Leurs vidéos ont été supprimées et Médecins du Monde a attesté les contusions et les contractures provoqué chez l’un d’eux par les traitements rudes reçus.

Par ailleurs, nous avons appris que les membres de l’association « Au Cœur de l’Espoir » ont été arrêtés par la police pendant qu’ils se rendaient à la gare, ils ont étés accusés de violer l’ordonnance citoyenne qui interdit l’administration de nourriture aux migrants par «simple esprit de solidarité».

Les pouvoirs publiques se rendent enfin compte de leur parfaite incompétence pour affronter le phénomène migratoire. Depuis des décennies il est géré de manière systématiquement improvisée et urgentiste, en tapant directement sur la liberté de circulation des individus. Dans ce cadre les restrictions sur les flux migratoires expriment le court circuit dans lequel les institutions se sont engouffrées : court-circuit qui se manifeste ici à Vintimille sous la forme de « Ping Pong », ainsi défini par le gendarme chargé de chasser les migrants des wagons des trains régionaux.Nous, qui observons cet absurde match, placés entre une raquette et l’autre, nous assistons à un déploiement des mesures répressives aussi envers des réalités qui expriment de la solidarité pour les migrants sans pour autant se limiter à la dimension assistantialiste. Le gouffre entre la réalité des personnes en voyage et les mailles serrées d’un système juridique aux mesures brutales et inutiles, s’élargit.

Nous continuerons à contester ces mesures et à lutter pour l’ouverture de toutes les frontières, nous continuerons à dénoncer les déportations illégitimes des migrants et les violences auxquelles ils sont soumis, nous continuerons à supporter les personnes en voyage.
Ni les mers, ni les déserts, ni même les prisons n’arrêtent les migrants en voyage, ainsi, ni les gardes à vues, ni les sanctions administratives n’arrêteront les activistes No Border. La lutte ouverte de la nuit dernière à San Luigi représente un pas en avant dans notre combat, et c’est pour cette raison que nous faisons appel à tous ceux qui partagent nos raisons pour soutenir le presidio permanent de Vintimille et la lutte No Border partout en Europe. Être présents à Vintimille, ainsi qu’au Brennero, à Lampedusa ou à Calais, signifie contribuer à ébranler les frontières injustes de cette Forteresse Européenne, déjà en crise. Un jour, sur les frontières de cette Europe, nous danserons, en souvenir des temps arrières quand encore ils essayaient de nous repousser.
We are not Going Back !

DSC5106-copia

Asgi on situation in Ventimiglia

The analysis of the Association of Legal Studies on Immigration regarding the situation in Ventimiglia.
L’analisi dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione riguardo la situazione di Ventimiglia.
L’analyse de l’Association d’Etudes Juridiques sur l’Immigration à propos de la situation à Vintimille.

Here/Qui/Ici

AL FIANCO DI CHI VIAGGIA – BY THE SIDE OF TRAVELLING PEOPLE – DU CÔTÉ DE CEUX QUI VOYAGENT

H 18:00
ASSEMBLEA PUBBLICA – PUBLIC ASSEMBLY – ASSEMBLÉE PUBLIQUE

con/with/avec:
Presidio permanente No Border, association de Fraternitè et du Savoir(Nice), Medicine du Monde, Amnesty International – Relais Réfugiés (Menton), A.D.N. (Nice), Arci Camalli (Imperia), Arci Handala (Imperia), csa La Talpa e l’Orologio (Imperia), associazione Pairò (Dolceacqua), associazione ecologica Val Nervia (Dolceacqua), laboratorio Onda Anomala (Vallecrosia), rete Eat the Rich (Bologna).

H 20:00
CENA CONDIVISA e poi musica, infoshop No Border, giocoleria e convivialità!

SHARED DINNER and then music, No Border infoshop, juggling and conviviality!

REPAS PARTAGÈ, musique, infokiosque No Border, jonglerie et convivialité!

ITA/ENG/FR

Nelle ultime settimane si è parlato molto di “emergenza profughi”, ma raramente si è discussa la questione a partire dal punto di vista delle persone in viaggio. È proprio questa invece la prospettiva a partire dalla quale il presidio permanente No Border ha affrontato la questione.

Dal confine italo-francese forse alcune cose appaiono più chiare che altrove: ci sono delle persone in viaggio e c’è la polizia, italiana e francese, che non le lascia passare. Non importa che queste persone provengano da regimi autoritari, paesi in guerra o comunque siano in cerca di una vita migliore. Non importano le convenzioni sui diritti umani, i trattati per la libera circolazione, le dichiarazioni di principio delle più svariate istituzioni.

La verità di Ventimiglia è che i confini si moltiplicano fino a coprire interi territori con posti di blocco e camionette; che i diritti, le convenzioni e i trattati sono buoni strumenti per occultare una realtà fatta di arresti e deportazioni illegittime; che le dichiarazioni di principio sono buone per la stampa e la tv, ma nelle stazioni della costa azzurra la polizia continua a fermare ogni persona di colore, e chi è senza documenti viene portato nei container a Ponte San Luigi per poi essere rimandato in Italia.

Queste verità si incontrano qui come in altri luoghi di confine, da Lampedusa a Calais, e anche di queste si nutre la propaganda razzista. Se oggi in tanti invocano politiche securitarie è anche perché forse è poco chiara la posta in gioco per tutti: la libertà di muoversi liberamente nel mondo. Noi abbiamo scelto di stare dalle parte di chi viaggia, e vorremmo spiegare perché.

—————————————————————

In the last weeks we heard many things about the so called “refugees’ emergency”, but the issue hasn’t been discussed from the point of view of the people travelling. This is the perspective that the No Border Camp, since the beginning, choosed to face.

From the Italian-French border some things appear more clear than in other places: there are people travelling and there is the police stopping them. For the authorities, nobody should even spontaneously give food to migrants. It doesn’t matter if this people comes from authoritarian regimes, from countries that are at war or if they are in search of a better life. Human rights convention, treaty for the freedom of movement, declaration of principle of different institutions do not matter here.

The truth of Ventimiglia is that borders do not only exists, but multiplicate with police patrolling the streets in Italy and France; that rights, conventions, and treaties are useful means to cover a reality made of illegitimate arrests and deportations; that declarations are good arguments for newspapers and Tvs, while in all railway stations of the South of France the police keeps on picking up black people and when they find them without documents they are brought to the containers close to the French border and then send back to Italy.

These truths are evident here and in others borders, from Lampedusa to Calais, and are also used to spread racist propaganda. If today lots of european citizens seem to be asking for more securitarian politics maybe it is also because they do not realize that we all are loosing our freedom of movement. We decided to stay to the side of people travelling, and we would like to explain why.

—————————————————————

Ces dernières semaines, on a beaucoup parlé de «l’urgence des migrants », mais la question a rarement été posée du point de vue de ceux qui voyagent. C’est cette perspective que le No Border camp, depuis sa création, a décidé d’affronter.

Depuis la frontière italo-française, certaines choses apparaissent plus clairement qu’ailleurs : il y a des gens qui voyagent, et il y a la police qui les arrête. Pour les autorités, personne ne devrait meme donner
de la nourriture aux migrants, spontanément. Cela importe peu que ces personnes viennent de régimes autoritaires, de pays en guerre, ou soient à la recherche d’une vie meilleure. La déclaration des droits de l’Homme, le Traité sur la liberté de circulation, les déclarations de principe de différentes institutions n’ont aucune valeur ici.

La vérité de Vintimille est que les frontières ne font pas qu’exister, mais se multiplient avec les patrouilles de police dans les rues italiennes et françaises. Ces droits, conventions et traités sont utilisés pour masquer une réalité faite d’arrestations illégales et de déportations. Ces déclarations sont de bons arguments pour les
journaux et la télévision, tandis que dans toutes les gares du Sud de la France la police continue de contrôler au faciès. Et lorsqu’elle arrête des sans-papiers, ils sont amenés aux poste-frontière français puis renvoyés en Italie.

Ces vérités sont indéniables, ici et sur d’autres frontières, de Lampedusa à Calais. Elles sont également utilisées pour propager des discours racistes. Si de nombreux citoyens d’Europe semblent
aujourd’hui demander des politiques plus sécuritaires, c’est sans doute aussi quelles ne réalisent pas combien nous y perdons notre liberté de mouvement. Nous avons décidé de rester du côté de ceux qui voyagent, et nous aimerions vous expliquer pourquoi.

11822269_807473559370826_1580204806752453094_n

Il problema reale – The real problem – Le problème réel [ITA-ENG-FR]

Come presidio permanente No Border non abbiamo mai avuto interesse nel prendere parte a polemiche che riteniamo sterili. Negli ultimi giorni però abbiamo osservato con disappunto giornalisti e politici prendere posizione sul presidio e sulle attività portate avanti in questo luogo.

Crediamo che questo tipo di dichiarazioni serva unicamente allo scopo di distogliere l’opinione pubblica dal problema reale.

Ciò che abbiamo sotto i nostri occhi, tra Ventimiglia e Mentone, e spingendosi oltre fino a Calais, è il riproporsi di politiche razziali che si credevano superate. Mentre sui giornali leggiamo che il problema sarebbero le persone sugli scogli e chi li sostiene, noi crediamo sarebbe più importante aprire un dibattito pubblico sulle centinaia di migliaia di migranti in viaggio soggetti alle politiche repressive europee. Mentre a Calais i migranti muoiono sotto i tir nel tentativo di raggiungere l’Inghilterra, a Menton e a Nizza assistiamo a rastrellamenti di persone di colore sui treni, e a Ventimiglia la polizia non permette loro di raggiungere il presidio, consentendo invece ai trafficanti di uomini di svolgere il proprio lavoro indisturbati.

Qualcosa però sulle dichiarazioni fatte dai politici locali ci preme dirlo, perché vi è una netta differenza tra esprimere un’opinione e dire falsità con la consapevolezza di farlo. In questo momento al presidio No Border vi sono oltre 60 migranti, mentre i solidali sono poco più della metà. Nonostante la difficoltà di gestione e la scarsità dei mezzi, il presidio mantiene condizioni igienico sanitarie dignitose, come testimonia l’assenza di qualunque caso conclamato di malattie infettive e la costante presenza di medici.

All’interno del presidio vengono condivise diverse regole stabilite assieme ai migranti. I migranti non vengono segregati, hanno la possibilità di disporre della propria libertà come meglio ritengono, e sono parte attiva dei processi decisionali interni al presidio. Al contrario di quanto affermato da alcuni, non sono quindi strumento di propaganda di fantomatici esponenti dei centri sociali. Al presidio non ci sono “i centri sociali”, ma singoli e attivisti che si mettono in gioco in prima persona senza alcun ritorno se non la consapevolezza di combattere per una giusta causa.

Molte associazioni intuendo la realtà dei fatti hanno continuato ad esprimere la propria solidarietà e il proprio appoggio al presidio. Il nostro ringraziamento va quindi all’Imam di Nizza, a Medicine du Monde, ad Amnesty International di Mentone, ad A.D.N. di Nizza, alla cooperativa “Oltre il giardino” di Acquiterme, alla comunità di San Benedetto al Porto e a tutte le collettività e le persone che ci hanno supportato materialmente oltre che solidarizzato con le nostre ragioni.

E’ triste vedere come invece alcuni “professionisti” dell’informazione non capiscano alcune cose fondamentali: chiedere di non fare una fotografia o un video dei migranti in viaggio non è un attacco al diritto d’informazione, ma la tutela di persone la cui identificazione potrebbe avere conseguenze pesanti sulle proprie scelte di vita. Ci sconcerta quindi l’invadenza di certi operatori che pretenderebbero, in nome del diritto di cronaca, di poter violare perfino l’intimità dei luoghi dedicati all’igiene e al riposo. Il problema non sono i giornalisti, ma i cattivi giornalisti.

A questo punto ci chiediamo su cosa si fondino le richieste di sgombero, o “normalizzazione” come la chiama qualcuno. Qui non c’è un problema di ordine pubblico, ma un problema politico e sociale, rispetto al quale sarebbe ora di aprire gli occhi: la condizione dei migranti, rifugiati e non, nell’Europa della crisi. Mentre noi lo stiamo affrontando quotidianamente dal punto di vista pratico, altri speculano sull’emergenza. A loro vogliamo far sapere che non torneremo indietro. We are not going back!

Presidio permanente No Border – Ventimiglia

–————————————————————————————————————————————————————————————————————————-

The No Border Camp never wanted to take part in petty arguments wich we do not believe to be constructive. Recently, however, we observed that some journalists and local politicians have been critical of our project. We believe that the statements they are making serve to distract public opinion from the real problem.

What we are seeing in Ventimiglia and Mentone, a phenomenon wich stretches as far as Calais, is the re-emergence of the racist politics wich we believed to be a thing of the past. While the media proposes the problem to be the people stranded on the rocks of Ventimiglia and those supporting them, we believe that its far more important to direct the public debate towards the bigger issue wich is the thousands of migrant subjected to the repressive european politics. While in Calais people are dying trying to get to England, in Menton and Nice the police sistematically raid the trains picking out any black person they find, and in Ventimiglia the police don’t allow migrants to reach the solidarity camp, handing them over instead to the people smuglers who continue their work undisturbed.

We feel it necessary however to speak out against the statements made by local politicians, because there is a great difference between stating an opinion and knowingly lying. At the moment there more than sixty migrants in the No Border Camp, and only around thirty activists. In spite of the difficulties involved in organizing the camp and the scarcity of supplies, the camp mantains clean and hygenic standards there has never been a case of illness and we always have doctors available at the camp.

We decided all together, migrants and activisits, the rules of the camp. The migrants are not segregated, they are free to come and go as they please and to participate in the camp as they wish, helping to take the communal decisions. They are not, therefore, being exploited for the ends of some fanatic activists, as some claim. At the camp there are no “social centres” in the sense that all the activists come to take part of their own accord and not as representitives of political groups or factions, they are working for what they believe,as free individuals, to be a just cause.

Many organisations have expressed their solidarity with our cause and have given us their support. We would like to thank all of those who have supported us, including the Imam of Nice, “Medicine du Monde”, Amnesty International of Mentone, A.D.N. of Nice, the cooperative “Oltre il giardino” of Acquiterme, the community of San Benedetto al Porto and all the people and colletives who gave us practical assistance and solidarity.

It’s sad to see how some “professional” journalists do not understand some fundamental things: that asking people not to take photos or videos of migrants or people in the camp is not an attact on the right to information but rather it is about protecting people whose identification could put them in serious difficulty. We are shocked at the invasive attitude of some professionals who, inthe name of reporting news, violate the privacy of individuals and expose to the camera places of refuge, peoples homes, here in the camp. The problem is not journalists, but bad journalists.

At this point we ask on what grounds would one request the eviction of the camp, or “normalisation” as some call it. Our camp does not represent a threat to public order, but it is a manifestation of and thoughtful response to political and social problems, problems which we need to open our eyes to, namely the condition migrants find themselves in, refugees or non refugees, in the fortress Europe. While we are confronting these issues on a daily basis with practical solutions, others speculate about a situation of great “emergency”. To them we would like to simply say that we are not going back.

No Border Camp – Ventimiglia

–————————————————————————————————————————————————————————————————————————-

Le camp No Border n’a jamais voulu prendre part à des débats stériles qui ne sont pas constructifs. Récemment, nous avons toutefois observé que des journalistes et des policitiens locaux se sont montrés critiques à l’égard de notre projet. Nous croyons queleurs déclarations servent à détourner l’opinion publique du vraiproblème.

Ce que nous observons à Vintimille et à Menton, un phénomène qui s’étend jusqu’à Calais, est la résurgence de politiques racistes dont nous croyions qu’elles faisaient partie du passé. Dans le discours médiatique, le “problème” ce sont les gens coincéssur les rochers de Vintimille et leurs soutiens. Nous estimons que le débat devrait s’orienter vers le sort réservé aux milliers de migrants touchés par les politiques répressives européennes. Pendant qu’à Calais, des migrants meurent en tentant de rejoindre l’Angleterre, la police perquisitionne systématiquement les trains à Menton et à Nice, avec un contrôle au faciès systématique à l’égard des non-blancs. A Vintimille, la police empêche les migrants de rejoindre le camp de solidarité, et préfère les jeter en pâture aux passeurs qui continuent leur travail en toute tranquilité.

Nous devons répondre aux déclarations des politiciens locaux, parcequ’il y a une différence entre émettre une opinion et mentir sciemment. Il y a 60 migrants au No Border Camp, et seulement environ30 activistes. Malgré des difficultés dans l’application des normes d’hygiène et de propreté, il n’y a jamais eu de maladies infectueuses et des docteurs viennent fréquemment sur le camp.

Nous avons décidé des règles du camp tous ensemble, migrants et activistes. Les migrants sont libres de rejoindre ou de quitter le camp quand ils le veulent, de participer au camp comme ils le souhaitent, et notamment en participant aux décisions collectives. Contrairement à ce que disent certains, ils ne sont donc pas exploités par des activistes fanatiques. Au camp, il n’y a pas de “centres sociaux”: les activistes viennent d’eux-mêmes, et pas en tant que représentants de groupes ou factions politiques. Ils travaillent en tant qu’individus libres pour ce qu’ils considèrent être une juste cause.

De nombreuses organisations ont exprimé leur solidarité avec notre cause et nous soutiennent. Nous remercions ceux qui nous aident, notamment l’Imam de Nice, Médecins du Monde, Amnesty International, A.D.N., la coopérative “Oltre il giardino”, la communauté de San Benedetto al Porte et chaque collectif ou personne qui nous a apporté une aide matérielle ou tout autre type de solidarité avec notre projet.

Il est triste de constater que des journalistes professionnels ne comprennent pas des choses fondamentales. Demander à ce qu’il n’y ait pas de photos ou de vidéos des migrants et autres personnes présentes sur le camp n’est pas une attaque au droit àl’information. Il s’agit plutôt de protéger des personnes dont l’identification pourrait les mettre en danger. Nous sommes choqués par l’attitude invasive de certains journalistes professionnels qui, au nom de l’information, violent l’intimité d’individus et exposent aux caméras un lieu de refuge. Le problème, ce ne sont pas lesjournalistes, mais les mauvais journalistes.

Sur quoi peut-on se baser pour demander l’expulsion du camp, ou sa “normalisation” ? Notre camp ne représente pas un trouble à l’ordre public. C’est l’expression d’une réponse aux probèmes politiques et sociaux sur lesquels nous devrions ouvrir les yeux. A savoir, la situation dans laquelle se trouve les migrants, réfugiés ou non, dans la Forteresse Europe. Pendant que nous nous confrontons quotidiennement à ces questions avec des réponses pratiques, d’autres spéculent sur une situation “d’urgence”. A ceux-là,nous disons simplement que nous ne reculerons pas. We are not going back!

No Border Camp – Vintimille

11707459_10153346300447860_5355220429320554681_n

Living the Borders: Program of the 3 days

Work in progress on the program
Working in progress program!<!

VENERDì/FRIDAY 24 LUGLIO
– 10 AM. Assemblea generale/ General Assembly
Presentazione del presidio: situazione attuale, programma della 3 giorni,
Introduction about the No Border Camp: what is happening, the program of the meeting and the workshops.
– 12 AM – 1 PM: primo incontro di ogni workshop / first meeting of every workshops
– 1 PM – 3PM: pranzo / lunch
– 3 PM – 5 PM: workshops:
1/ Cosa fare contro le pratiche della polizia francese? / What to do against police practice
2/ Come costruire un'interazione tra migranti e solidali? / How to build the relationship between migrants and activists
– 7 PM: protesta – demo
– 8 PM: cena – dinner
– Sera : Jam-session e Dj-Set

SABATO/SATURDAY 25 LUGLIO

– 11 am-1pm Workshops
1/ Pratiche alternative di accoglienza e di solidarietà / Alternative practices of welcoming and solidarity
2/ Come coordinare una rete da Lampedusa al Nord Europa / How to coordinate the network from Lampedusa to the North Europe
3/ Come intervenire alla stazione di Ventimiglia / How to operate in the train station of Ventimiglia
– 1 pm – 3 pm: pranzo / lunch
– 3 pm – 5 pm: Workshops
1/ Incontro con gli avvocati per i migranti / Legal Meeting between migrants and laywers
2/ Come lottare contro il crescente razzismo e la xenofobia / How to fight the rising racism and xenofobia
– 7 pm: performance artistiche / artistic performance
– 8 pm: cena / dinner

DOMENICA/SUNDAY 26 LUGLIO
– 10 am – 12 am: workshops
1/ Come decostruire la divisione economica migranti/rifugiati / How to dismantle the division between economic migrants and asylum seekers
2/ Migranti e lotta per la casa / Migrants and struggle for housing
– 1 pm – 3 pm: pranzo/ Lunch
– 3 pm – 5 pm: workshops
1/ Migranti e realtà rurali : quali soluzioni glocali ? / Migrants and rural areas: what kind of glocal solutions?
2/ Strategia e politica Europea, quali prospettive a lungo termine ? / European strategy and policy: long term perspectives
– 6 pm – 8 pm: assemblea di conclusione / final assembly
Discussione sulle prospettive, strumenti per coordinarsi a livello internazionale e documento finale.
Discussion on perspectives and tools to coordinate the transnational network and write the conclusive document
– 8 pm: cena/ dinner

APPELLO PER IL 24 25 E 26 LUGLIO AL PRESIDIO DI VENTIMIGLIA [ITA-FR-ENG]

[ITA]

Dall’11 Giugno la frontiera italo-francese di Ventimiglia è occupata da migranti bloccati dalle politiche discriminatorie europee e quelli che hanno fatto la scelta di sostenere la loro protesta.
La violenza e il razzismo resi evidenti dagli ultimi avvenimenti a Treviso e Roma, dal blocco delle frontiere di Ventimiglia, come del Brennero e di Calais, rendono necessario agire sui paradossi e sulle contraddizioni che ostacolano il diritto alla mobilità e all’autodeterminazione.
Nell’ipocrisia della retorica europea, fondata sulla volontà di abbattere i confini per la libera circolazione di capitali e merci, assistiamo alla moltiplicazione e alla militarizzazione di tali confini che operano su base esclusivamente razziale.

Dall’interno del presidio di Ventimiglia quindi, è nata l’esigenza di creare una rete transnazionale che si confronti e ragioni sui tali problematiche.

In quest’ottica si è deciso di indire 3 giorni di dibattiti, workshop e azioni condivise, che a supporto della lotta dei migranti vadano a definire una strategia comune efficace nel lungo periodo per contrastare le politiche discriminatorie e razziste messe in atto dalla “Fortezza Europa”. Le 3 giornate avranno l’obiettivo di condividere pratiche ed esperienze, che attivino connessioni eterogenee trasversali, ma allo stesso tempo declinabili nei vari territori. Tali connessioni quindi dovranno rappresentare il punto di partenza per mettere in campo azioni concrete e mobilitazioni che, partendo da Ventimiglia, potranno raggiungere territori e realtà diverse.

Invitiamo quindi le diverse realtà europee a portare un proprio contributo alla costruzione di queste giornate e a raggiungere il presidio nei giorni 24 25 e 26 luglio.
Il presidio non ha un mero significato simbolico, ma rappresenta l’incarnazione tangibile delle mobilitazioni contro le politiche contraddittorie europee, con la volontà di mettere in evidenza l’esistenza e l’efficacia di pratiche autogestite e alternative al business dell’accoglienza.

Il vuoto istituzionale nella gestione dei flussi migratori apre uno spazio d’azione all’interno del quale immaginarsi modalità di lotta molteplici e diversificabili, e al contempo evidenzia la necessità e l’urgenza di agire prima che la macchina istituzionale corrotta e mercificatoria riparta.

“WE ARE NOT GOING BACK”

[FR]
Appel pour le 24, 25 et 26 juillet à l’occupation del a frontière de Vintimille

Depuis le 11 juin, la frontière franco-italien de Vintimille est occupée par des migrant.e.s bloqué.e.s par les politiques discriminatoires européennes et ceulles qui ont fait le choix de soutenir leur lutte.
La violence et le racisme, rendus encore une fois à l’évidence depuis les derniers événements de Treviso et Rome, depuis la fermeture des frontières de Ventimiglia, mais aussi du Brenner jusqu’à Calais, rendent nécessaire d’agir sur les paradoxes et les contradictions qui entravent le droit à la liberté de circulation et à l’autodétermination.
Face à l’hypocrisie de la rhétorique européenne, fondées sur la volonté d’éliminer les frontières pour permettre la libre circulation des capitaux et des marchandises, on assiste à la multiplication et à la militarisations de ces même frontières, sur une base profondément raciale.
Au sein de ceulles qui occupent la frontière de Ventimiglia est donc née l’exigence de créer un réseau transnational qui puisse se confronter et puisse réfléchir sur tels problématiques.
Dans cette optique on a décidé d’organiser trois jours de débats, d’ateliers et d’actions partagées, qui, en soutenant la lutte des migrants, définissent une stratégie commune efficace sur la longue période pour contraster les politiques discriminatoires et racistes mises en place par la «Forteresse Europe». Les trois journées auront pour objectif de partager pratiques et expériences qui puissent activer des connexions hétérogènes et transversales, mais qui soient en même temps déclinables dans en d’autres lieux. De telles connexions devront donc pouvoir constituer le point de départ pour la mise en place d’actions concrètes et de mobilisations à Vintimille comme ailleurs.
Tous les réseaux et mouvements agissant en faveur de la liberté de circulation en Europe sont invitées à apporter leur propre contribution à la construction de ces journées et à rejoindre la frontière le 24, 25 et 26 juillet.
Vintimille n’est pas qu’un simple symbole, mais représente l’incarnation tangible des mobilisations contre les politiques contradictoires de l’Europe, avec la volonté de mettre au jour l’existence et l’efficacité des pratiques auto-organisées pouvant constituer des alternatives au business de l’accueil.
Le vide institutionnel dans la gestion des flux migratoires ouvre un espace d’action au sein duquel on peut imaginer des modalités de lutte multiples et différenciées, et en même temps il met au jour la nécessité et l’urgence de l’action avant que la machine institutionnelle corrompue de marchandisation des corps ne redémarre.

« We are not going back »

[ENG]

From 11 a permanent occupation of the Italo-French border of ventimiglia is taking place by migrants blocked by the actual discriminatory policies in Europe and solidarity groups in support of their protest.
The violence and racism made evident by the recent events in Treviso and Rome, from the blockade of the borders of Ventimiglia, to the situation in Brenner region or Calais, makes necessary to act on the paradoxes and the contradictions that hinder right to freedom of movement and self-determination.
The hypocrisy of the European rhetoric, based on the will to erase border for the free movement of capital and goods, we are witnessing the multiplication and the militarization of these boundaries that operate solely on the basis of race.

Therefore, inside the presidio of Ventimiglia, the need to create a transnational network tackling those issues.
To this end, We call for three days of debates, workshops and actions in support of the actual migrants struggle and in order to define a commune and efficient strategy on long trend to oppose the macis and discriminatory policies of the Fortress Europe. Thoses three days of meeting will constitute a moment to share practices and experiences, in order to create transversal and eterogeneous connexions as to be possibly applied in each singular territory.
Such connexions will have to explicit the point from which we start to produce concrete actions and strugge which, from Ventimiglia first, will be able to reach other places and groups.

We therefore urge the various European realities to bring a contribution to the construction of these days and to reach the presidio in the days 24 25 and 26 July.
The Presidio has not a mere symbolic significance, but it represents the tangible embodiment of demonstrations against the contradictory policies of Europe, with the desire to boost the existence and effectiveness of self-managed and practical alternatives to the business of the reception.

The institutional void in the management of migration flows opens an action space within which imagining multiple and diversifiable struggle strategies, and at the same time highlights the need and urgency to act before the corrupted and institutional commodification shove off.

“WE ARE NOT GOING BACK”

11751436_800524120065770_5260694394384637293_n

Here we are! Un mese di Presidio No Border

HERE WE ARE!
Il presidio permanente No Borders di Ventimiglia festeggia il primo mese e guarda avanti

Il presidio permanente No Borders in questo fine settimana ha festeggiato il suo primo mese di lotta contro tutte le frontiere, ed è proprio con l’energia, la determinazione e la consapevolezza acquisite in queste lunghe giornate che riaffermiamo che da qui non si torna indietro, we are not going back!

Sabato sera una lunga assemblea comune di migranti e solidali è stata l’occasione per confrontarsi con i nuovi arrivati. Inglese, arabo e italiano si sono alternati per ore e ognuno dei partecipanti ha potuto toccare con mano la consistenza delle nostre rivendicazioni.

I migranti non hanno dubbi, molti di loro sono stati respinti al confine o fermati ed espulsi dalla Francia verso l’Italia, e sentono quindi profondamente l’importanza di un luogo di resistenza come il presidio. Qui si lotta insieme, ci si prepara al viaggio, si costruisce un futuro senza confini, dove non saranno le impronte digitali a determinare dove si ha o meno il diritto di costruire la propria vita.

La mattina di domenica ci si dedica per due ore alla pulizia degli scogli. Nel pomeriggio in un momento di organizzazione allargato alle tante e tanti solidali italiani e francesi arrivati al presidio emerge il bisogno di costruire delle iniziative più ampie per le prossime settimane. Tanto la lotta che si sta portando avanti, quanto il dibattito che necessariamente ne deve scaturire, non possono limitarsi alla sola Ventimiglia, ma devono trovare le modalità per diffondersi sui territori e guardare oltre confine.

Il dibattito ha poi concretizzato queste riflessioni lanciando l’organizzazione di due fine settimana di incontri aperti ai tanti e tante che condividono questo percorso di lotta. Per il 18 e 19 luglio si è pensato di organizzare due giorni dedicati alle questioni legali, sia per condividere informazioni precise con migranti e solidali, che per affrontare alcune questioni specifiche con le quali ci confrontiamo quotidianamente.

Il 24, 25 e 26 luglio si è proposto invece di organizzare tre giorni di confronto transnazionale con attivisti delle reti No Borders, associazioni e movimenti italiane e francesi ed operatori sociali dell’accoglienza, alternando momenti di discussione ad azioni che rivendichino la libertà di movimento.

Finito l’incontro organizzativo il presidio prepara il momento di protesta che i migranti avevano proposto nell’assemblea del giorno prima. Si scrive sugli striscioni “Open the borders, we need to pass”, “nous ne sommes pas des criminels” e si va insieme verso la frontiera scandendo gli slogan del presidio e scatenando una battitura che va avanti fino al tramonto.

La sera è dedicata ad un momento di festa grazie alla musica dei Viale Lizzadro e Civico Mondo che infiammano il presidio al ritmo di canti popolari.

Il morale è alto e in alto stanno i nostri cuori. Here we are, we are not going back!

Presidio permanente No Borders

Ventimiglia, 13 Luglio 201511929957_10204921260372908_1914534242_o

Movimento, Solidarietà, Resistenza

“Non è in atto alcuno sgombero a Ventimiglia”. Alla luce di quanto sta accadendo al presidio “No Borders”, le parole di Alfano appaiono coerenti agli obiettivi del governo. La strategia impostata dal potere infatti non richiede un’azione di forza come quella che un mese fa ha prodotto l’indignazione di tutti i benpensanti. La digos locale minaccia lo sgombero un giorno sì e l’altro anche al solo scopo di fare partire “volontariamente” i migranti, mentre ronde di polizia cercano di interrompere il flusso di migranti dal centro di accoglienza della stazione al presidio. Nel frattempo il sindaco, appellandosi a improbabili ragioni di carattere sanitario, vieta la somministrazione auto-organizzata di cibo e bevande (sic!), creando di fatto un reato di solidarietà (punibile penalmente), e indicando la Croce Rossa Italiana come gestore unico dell’emergenza. Nessuno sgombero quindi, ma una strategia a bassa intensità che continua a esercitare una pressione su chi ha deciso di resistere al confine. D’altra parte nessuno si è mai sognato di dare alcuna credibilità alle istituzioni italiane e le ronde poliziesche, torce e manganelli alla mano, valgono più di qualunque dichiarazione.

Il presidio permanente “No Borders” di Ventimiglia dura ormai da un mese e oggi vogliamo ribadire il senso di questo movimento, nato dall’autodeterminazione dei migranti in viaggio e supportato materialmente da tante e tanti solidali accorsi. Non accettiamo la chiusura delle frontiere, e non sarà l’apparente smilitarizzazione della linea di confine a convincerci ad andarcene, quando oggi le frontiere si trovano ovunque. Da Ventimiglia a Nizza, e addirittura fino a Marsiglia, è interdetto al passaggio di uomini e donne in viaggio, e noi siamo determinati a superare questa inaccettabile situazione.

L’autogestione in corso sul confine tra Italia e Francia è l’inizio di qualcosa di radicalmente diverso dalla politica degli stati dell’Unione europea. Al presidio europei e migranti hanno costruito uno spazio di solidarietà, complicità e lotta. Insieme cuciniamo e mangiamo, rendendo concreta la solidarietà di cui molti parlano, si diffondono informazioni e consigli, monitoriamo l’azione delle forze di polizia italiane e francesi, affermiamo apertamente e chiaramente la nostra contrarietà alla chiusura dei confini. Non ci pare che in questi gesti ci sia alcuno strumentalizzazione da parte dei solidali, ma è anzi evidente come sia il governo italiano oggi a usare i migranti sul confine per giocarsi una sporca partita sui tavoli di contrattazione dell’Unione europea.

Oggi da Ventimiglia, da questo luogo carico di contraddizioni, facciamo un appello a quanti condividono con noi la volontà di dare forza al movimento auto-organizzato dei migranti. L’invito è a venire a Ventimiglia, nodo di questa rete che giorno dopo giorno sfida la Fortezza Europa, per supportare il presidio e testimoniare quanto sta accadendo, a rilanciare l’azione politica antirazzista sui territori e a non abbassare l’attenzione su quanto accade qui come altrove. Da Lampedusa al Brennero, da Crotone a Ventimiglia e su fino a Parigi, Calais e Brighton, vogliamo provare a costruire una risposta collettiva, transnazionale alla politica della Fortezza Europa. Serve oggi un’opposizione fatta di azioni concrete, di gesti che comunicano gli uni con gli altri e si prendano, qui e ora, la libertà di muoversi in tutto il mondo.

Presidio Permanente ‪#‎NoBorders‬
Ventimiglia 9 Luglio 2015

11900603_10204921258212854_1772550609_o